La via dei visionari eccentrici

Prima d’intraprendere il percorso degli artisti, facciamo una passeggiata a ritroso nella memoria e torniamo all’inizio del XX secolo, quando il Modernismo si diffuse in tutta Europa come movimento artistico rappresentativo dell’epoca.

Nella capitale della Catalogna, dove questi uomini mossero i loro passi, il periodo tra l‘Esposizione Universale del 1888 e il regime autoritario del generale Franco del 1939, fu incredibilmente produttivo. Parchi ed edifici iniziarono a fiorire ovunque, facendo spazio a nuove espressioni artistiche, influenzate dalla necessità di infrangere le regole e innovare. 

Con il loro passaggio, questi uomini che divennero leggende, lasciarono, inevitabilmente, nella città un pezzo di se stessi. Da Las Ramblas agli edifici più nobili, l‘eredità è enorme e si rivela agli occhi dei curiosi per le strade, nei parchi, nei musei e nelle piazze.
Per molte persone che si recano a Barcellona, questa città è sinonimo di Antoni Gaudí, lo straordinario architetto che spianò la strada all’esplosione delle facciate catalane Art Nouveau.

Influenzato soprattutto dalla religione e dalle forme della natura, molti dei suoi edifici traboccano di uccelli, fiori ed elementi pieni di musicalità, trame diverse e colore. 

Nel 1878, il giovane Gaudí incontra Eusebi Güell, il principale finanziatore del suo lavoro. Palau Güell, il cancello del Drago di ferro a Finca Güell (entrambi costruiti per la famiglia del suo protettore) e l‘esotico Parco Güell sono alcuni dei suoi primi capolavori. Tutti completati con il supporto di Güell. Pochi anni dopo, il suo percorso artistico intraprese un‘altra strada. 

Continuò a creare capolavori famosi: Casa Vicens, La Pedrera, le fantasiose Case Batlló e Calvet. E, naturalmente, la Sagrada Familia (Chiesa della Sacra Famiglia), lasciata incompiuta nel corso della sua vita, ma che dovrebbe essere completata nel 2026.

La lista è lunga e ciascun edificio offre una diversa interpretazione della passione dell'architetto per la natura e i dettagli. 

Se volete saperne di più sull’uomo al di là della sua arte, dovete visitare la Casa Museo di Gaudí, all'interno del Parco Güell. All’interno troverete la sua scrivania e una collezione di mobili, appositamente progettati da lui.


Barcellona è davvero la chiave per conoscere l‘artista. Frequentò la scuola d‘arte La Llotja dove sviluppò le tecniche che avrebbero portato al “Periodo Blu", identificato dalla produzione di pezzi monocromatici blu. Al’‘interno del Museo dedicato all'artista, troverete una buona selezione di dipinti che riassumono la produzione dei primi anni.

Per ripercorrere i suoi passi, consigliamo di visitare per prima la residenza della famiglia Ruiz-Picasso a Pla de Palau. La leggenda narra che il giovane Pablo era solito salire in cima al tetto dell’edificio Porxos d’en Xifré per apprezzare la luce e il paesaggio che lo avrebbero fortemente influenzato.

Pochi anni dopo, cominciò a frequentare il caffè Els Quatre Gats, dove incontrò altri artisti e pensatori dell’avanguardia. Nel 1900, inaugurò la sua prima mostra in assoluto.

Anche dopo la partenza definitiva per Parigi, Barcellona continuò a esercitare un’enorme influenza nella sua vita. Un dipinto in particolare, che si ritiene essere uno dei primissimi esempi di cubismo, aveva un significato speciale: una rappresentazione di prostitute all’interno di un capannone a Carrer d 'Avinyó, nel quartiere gotico di Barcellona. Picasso lo chiamava “Il Bordello", ma successivamente fu riconosciuto come il famoso "Les Demoiselles d'Avignon".
Il vero figlio della città

Joan Miró e Picasso s’incontrarono a Parigi intorno al 1920, e i due pittori mantennero un‘amicizia artistica durata anni. Miró, il “figlio della città", nacque nel 1893 a Barcellona e qui, qualche anno più tardi, espose le sue prime opere, nel 1918.

Nessun altro artista ha dato tanto alla città quanto il pittore e scultore catalano. Nel 1986, Miró espresse la sua volontà di donare grandi opere dedicate al suo luogo di nascita. Parc Joan Miró, anche conosciuto come Parc de L'Escorxador, è una grande area verde che ospita una scultura alta 22 metri chiamata “Donna e uccello". Insieme al mosaico colorato situato nella sezione centrale delle Rambles a Pla de l‘Os, questi rappresentano due dei più famosi punti di riferimento delle città.

Il murales realizzato appositamente per l‘aeroporto di Barcellona, è un altro capolavoro. Accoglie tutti coloro che arrivano via terra, acqua o aria. Dovete solo scendere dall’aereo per vedere l'enorme muro nel Terminal 2, coperto da pezzi di ceramica colorati. Una fantastica anteprima di ciò che vi aspetta: una città che trabocca di arte in ogni angolo.

Mentre l‘artista era ancora in vita, nel 1975, chiese di aprire una Fondazione dedicata alle arti, che ispirasse il resto del mondo. La cima del Monte Montjuic fu il luogo prescelto per conservare una gran parte delle opere di Miró.
I sogni si avverano

Sebbene fosse nato a Figuere, a solo una corsa in treno da Barcellona e dove troverete un Museo in suo onore, Dalí mosse i suoi primi passi nella capitale della Catalogna.Frequentava spesso l’

Ateneu Barcelona e il Liceu Opera House per soddisfare il suo bisogno di cultura e creatività. Presso la Galleria Dalmau, Dalí espose per la prima volta le sue opere e il bar Marsella, frequentato da Miró e dallo scrittore Ernest Hemingway, era una pausa obbligatoria per gli artisti.

Quanto alle facciate, l‘architettura di Gaudí fu una fonte d’ispirazione per via della sua fertilissima immaginazione. Casa Battló e Parco Güell, erano solo due esempi di come il mondo sognante poteva essere materializzato nella vita reale. L‘artista adattò questo concetto ai suoi quadri e li riempì di quesiti surreali e filosofici.

Proprio come uno dei suoi dipinti più famosi, “La persistenza della memoria", il ricordo di Barcellona rimase nelle opere di altri artisti, ispirandoli a pubblicizzare la città cosicché tutti nel mondo potessero seguire i loro passi.

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